LA STORIA DI CASTEL GOFFREDO

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Castel Goffredo, oggi capitale mondiale della calza, ha una storia antica e ricca di avvenimenti e personaggi.
Il suo territorio fu scelto per insediamenti palafitticoli dagli uomini della preistoria, vide svilupparsi fiorenti colonie romane e fu, con ogni probabilità, accogliente stanziamento longobardo.
Il documento ufficiale di nascita è costituito da un atto dell'8 luglio 1107 nel quale, per la prima volta, appare il suo nome latino: Castrum Vifredi.
Nel '400 assurse ad una certa importanza sotto il dominio dei Gonzaga di Mantova, essendo situato sulla frontiera con la Repubblica di Venezia.
E' da segnalare, in questo periodo, la promulgazione avvenuta il 10 dicembre 1456 ad opera di Alessandro Gonzaga, allievo prediletto di Vittorino da Feltre, di una completa raccolta di leggi civili e penali conosciuta come Codice Alessandrino.
Per tutto il '500 Castel Goffredo fu sede di un marchesato autonomo, dapprima comprendente anche Castiglione delle Stiviere e Solferino, che raggiunse il massimo del suo splendore negli anni 1537-41. Dimorandovi un uomo di punta di Carlo V, quale Luigi Gonzaga, Signore del Feudo castellano, ed il di lui cognato Cesare Fregoso, condottiero genovese, luogotenente in Italia di Francesco I, esso divenne, in quel breve periodo, uno dei centri della politica europea di quell'epoca tormentata.
Nè mancavano uomini di lettere. Matteo Bandello, grande novelliere e poeta, segretario prima del Gonzaga e poi del Fregoso, scrisse proprio a Castel Goffredo i Canti XI, la sua più importante opera in versi.
Verso il finire del secolo il feudo fu preso di mira da Rodolfo Gonzaga che, per la rinuncia del fratello maggiore, il notissimo S. Luigi Gonzaga, era divenuto signore di Castiglione delle Stiviere.
Egli non esitò a sbarazzarsi dello zio Alfonso, facendolo massacrare dai suoi bravi: era il 6 maggio 1592.
Il crudele dominio di Rodolfo durò solo otto mesi. Il 3 gennaio 1593 i castellani, che hanno nel sangue l'amore per la libertà, si liberarono dal tiranno uccidendolo sui gradini della porta centrale della Chiesa con un colpo d'archibugio.
Vincenzo Gonzaga non badò a sacrifici territoriali pur di avere Castel Goffredo che, da allora, seguì le sorti del Ducato di Mantova. Sul finire del '700 e '800 la fama di Castel Goffredo è legata alla casata degli Acerbi: Giuseppe, scrittore, viaggiatore (primo italiano giunto a Capo Nord), egittologo, naturalista, console d'Austria in Egitto; Giovanni, suo nipote, generale garibaldino, condannato a morte in contumacia con i Martiri di Belfiore, intendente della spedizione dei Mille unitamnente ad Ippolito Nievo.
In campo industriale Castel Goffredo è nota nel mondo per la produzione di calze e collants; il primo, e ormai storico calzificio da cui prese il via l'espansione industriale era il glorioso Calzificio Noemi.
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